TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 25/01/2009
   

L’ESECUZIONE DI LEWIS WILLIAMS

(January 14, 2004)

LUCASVILLE, Ohio

Il condannato a  morte per omicidio Lewis Williams, dopo avere lottato con le guardie e implorato per la sua vita fino all’ultimo istante, è stato ucciso mercoledì mattina per l’uccisione a scopo di rapina di una donna di Cleveland, nel 1983.

E’ stato necessario l’intervento di diversi membri del personale per trascinare Williams urlante nella stanza preparatoria, come si è potuto vedere sui monitor. Almeno 9 guardie lo hanno costretto all’immobilità per poter fare la preparazione delle braccia e l’iniezione degli aghi nelle vene. Williams, 45 anni, continuava a sbattere la testa e tentare di lanciarsi giù dal lettino dell’esecuzione.

Williams ha continuato a professare la sua innocenza anche quando è stato trascinato nella camera della morte con 4 guardie. “Non sono colpevole. Non sono colpevole. Dio, ti prego aiutami” continuava a ripetere mentre lo stavano legando al tavolo dell’esecuzione. Ha continuato a piangere mentre fuori sua madre Bonnie Williams, 66 anni, piangeva contro il vetro che separava la stanza in cui era dalla camera della morte. Ha chiesto pietà anche durante la sua ultima dichiarazione ufficiale, rilasciata alle 10.07 del mattino. “Dio ti prego aiutami. Signore, ascolta il mio pianto”, ha detto Williams.

Williams ha continuato a piangere anche dopo che la guardia, James Haviland, gli aveva tolto il microfono. Ha continuato a gridare fino alle 10.08, quando improvvisamente ha smesso di parlare. Il petto ha sobbalzato per due volte. Haviland ha ordinato di tirare le tende alle 10.14 e chiamare il coroner per constatare la morte di Williams.

Per la prima volta, i testimoni hanno visto il personale addetto all’esecuzione nell’atto di azionare il meccanismo che inietta il veleno nelle braccia del condannato. La decisione del Dipartimento di Riabilitazione e Correzione di permettere che il processo venga visto va incontro alla richiesta dell’Unione Americana per le Libertà Civili fatta a settembre. Il direttore del carcere Reginald Wilkinson ha dichiarato “abbiamo pensato che non avrebbe fatto male a nessuno fare questo esperimento”. Una telecamera ha trasmesso le immagini su due monitor installati nella stanza dei testimoni, vicino alla camera della morte.

“E’ stata una cosa terribile da vedere” ha dichiarato Stephen Farrell, assistente della difesa d’ufficio. Ci ha colti di sorpresa. Non sembrava così stamattina”. Reginald Wilkinson, direttore della prigione, l’ha definita fastidiosa e traumatica. “E’ stata probabilmente la cosa più traumatica che sia capitata ai membri del mio staff. Rivedremo i filmati e vedremo cosa cambiare per evitare episodi come questo”.

Ha passato il martedì  a controllare la costituzionalità delle esecuzioni in Ohio. La Corte Suprema e la Corte d’Appello del 6° Circuito hanno respinto la sua richiesta di sospensione dell’esecuzione. “Ha finito i suoi appelli”, ha dichiarato il portavoce dell’accusa Kim Norris. “Williams è arrivato all’istituto di Lucasville giovedì alle 10”, ha detto la portavoce della prigione Andrea Dean. “E’ stato rinchiuso in una cella vicino alla stanza dell’esecuzione. Ha rifiutato l’ultimo pasto “speciale”, e quando gli hanno chiesto cosa voleva, ha risposto “la parola di Dio”.

E’ rimasto alzato fino all’1 circa, consultando carte legali e leggendo la sua Bibbia. Si è alzato per un po’ verso le 3.30, poi è stato svegliato alle 6 dalla guardia che gli ha portato la colazione, che ha rifiutato. Ha bevuto solo aranciata. Ha fatto una doccia e si è incontrato con Farrell, il suo assistente spirituale Charles Morgan e sua madre, Bonnie Williams, di Columbus.

Mercoledì mattina gli è stata comunicata la decisione della Corte Suprema”, ha continuato Dean “allora ha smesso di lavorare ai suoi appelli. Ha capito che era venuto il momento di prepararsi all’esecuzione. Williams non aveva richiesto testimoni, ma ha cambiato idea dopo l’incontro con la madre, dichiarando che Farrell, Morgan e sua madre avrebbero tutti assistito”.

La nipote della vittima, Leoma Chmielewski, aveva programmato di assistere all’esecuzione ma non ha potuto arrivare dalla sua casa a Cleveland, sempre secondo Dean. Fuori dalla prigione c’erano una ventina di studenti oppositori della pena di morte che manifestavano contro l’esecuzione.

Williams è stato il primo detenuto al quale è stato rifiutato il ricorso basato sul suo stato di ritardo mentale.

Lo scorso mese in un’intervista rilasciata all’Associated Press nel  Mansfield Correctional Institution ha dichiarato “non ero lì. Non sono stato io. Sono vittima di un errore giudiziario, sono innocente. Quando me ne andai, lei era ancora viva”. L’accusa sostiene che Williams abbia cambiato la sua versione più volte, riguardo al suo coinvolgimento nell’omicidio avvenuto durante una rapina a Cleveland, il 21 gennaio 1983.

L’esecuzione doveva avvenire a giugno, ma è stata ritardata in conseguenza del suo ricorso, basato sul ritardo mentale. La Corte Suprema due anni fa ha stabilito che uccidere i ritardati mentali è anticostituzionale. Il giudice ha però respinto il ricorso sulla base della perizia di un esperto, che ha escluso lo stato di ritardo mentale. I rimanenti ricorsi sono stati tutti respinti in giugno. 

La soluzione letale usata in Ohio comprende un agente paralizzante, il pancuronium bromide, che dovrebbe mantenere conscio il condannato fino al momento della morte, ma stendere un velo chimico sopra I dolorosi effetti della morte per soffocamento e attacco cardiaco. Il 31/12/03 è stata presentata una protesta formale per l’uso di questa sostanza, che violerebbe i diritti costituzionali dei condannati. Il 12/1 la protesta è stata respinta dalla Corte del 6° circuito.

(Ohio Press Release)


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